Chi lavora in ambito educativo conosce e riconosce l’importanza di governare la complessità del presente e la molteplicità dei fattori in gioco che concorrono a influenzare i percorsi di sviluppo dei singoli soggetti. All’educatore, infatti, è richiesto di effettuare un continuo raccordo tra la dimensione dell’individuo e le caratteristiche dell’ambiente, in termini di risorse, opportunità, limiti e barriere, in modo da poter mettere in atto un intervento educativo che risponda alla aspettative e alle possibilità del soggetto e che sia effettivamente realizzabile nel qui ed ora, mantenendo al contempo uno sguardo sempre aperto verso gli orizzonti possibili e futuribili. Per essere educatori, pertanto, è necessario essere provvisti di empatia e sensibilità nell’avvicinarsi al mondo emotivo dell’altro ma anche di una buona dose di spirito critico, di flessibilità, di capacità di adattarsi alle circostanze mantenendo sempre il focus sulla persona, sulle sue potenzialità ma anche sulle sue difficoltà, adottando una visione e una valutazione realistiche che aiutino l’altro nel proprio cammino di crescita personale. Anche la creatività può essere considerata una competenza utile in quanto consente di trovare nuove soluzioni a vecchi problemi e, al contempo, di rispondere in modo originale alle incertezze di un presente sempre più mutevole.
La dinamicità e l'evoluzione costante della società richiedono una capacità riflessiva dei servizi che, scontrandosi con la tendenza intrinseca ad ogni organizzazione, di mantenersi stabile e uguale nel tempo, devono sapersi dare nuove forme per essere in grado di fornire risposte congrue con i bisogni emergenti, con interrogativi sempre più complessi e diversificati, con profili d'utenza poco conosciuti ed esplorati. La flessibilità dei luoghi dell'educazione si è rivelata un requisito fondamentale negli ultimi anni: la capacità del servizio di sapersi reinventare e di trovare nuove strategie, nuove modalità di funzionamento, nuove connessioni con il reale, nuovi strumenti per consentire l'accesso degli utenti ha garantito la sopravvivenza e la persistenza del servizio stesso.
In che modo l'educatore può quindi tentare di orientare il proprio agire professionale in modo efficace verso direzioni coerenti e condivise?
Tra le competenze richieste alla figura educativa rientra a pieno titolo la progettazione. Con progettazione si intende il processo di pianificazione e sviluppo di strategie e interventi attraverso cui rispondere al bisogno preso in considerazione. Appare rilevante ed esplicativo notare come il termine “progetto” non abbia origine nell'ambito delle realtà educative ma sia stato mutuato da altri ambiti professionali quali architettura, ingegneria ed edilizia e rimanda alla costruzione di un'idea con l'intento di una sua effettiva concretizzazione, entro una determinata cornice di riferimento. Siano progetti in larga scala o indirizzati a un individuo singolo (basti pensare al PEI utilizzato nelle realtà scolastiche), la loro finalità ultima rimane quella di concretizzare azioni educative intenzionali e dotate di senso connesse con gli obbiettivi prestabiliti dagli attori coinvolti.
La progettazione educativa richiede diverse fasi:
– l'analisi del contesto sia sul piano macrosociale (il contesto storico e culturale a cui si appartiene) sia per quanto concerne il microsistema, ovvero l'insieme delle condizioni ambientali e strutturali alle quali sarà applicato il progetto;
– l'analisi del bisogno e della domanda: le esigenze emergenti, alle quali si vuole fornire una risposta efficace e coerente, devono essere individuate, comprese e descritte con meticolosità e in modo approfondito;
– la definizione del destinatario stesso del progetto, ovvero il target di riferimento, colui che beneficia del progetto stesso, del quale si dovrà conoscere aspirazioni, capacità, competenze, aspettative per il futuro, nell'ottica di favorirne, nel corso del processo nella sua totalità, la partecipazione attiva
– l'individuazione degli attori, intesi come gli operatori chiamati a ricorrere alla propria professionalità per concretizzare i diversi piani di azione previsti dal progetto;
– la scelta di una cornice teorica e metodologica di riferimento e degli strumenti da utilizzare;
– la condivisione degli obiettivi intermedi e dello scopo ultimo verso cui tende l'intero processo;
– un'attenta valutazione delle risorse a disposizione, delle eventuali barriere, della fattibilità del progetto, della realizzazione di ogni fase, dell'efficacia del percorso prestabilito e dei risultati conseguiti.
La progettazione educativa richiede flessibilità e capacità di rimescolare la carte, ridefinire obiettivi in corsa e rinegoziare significati e l'educatore deve essere consapevole di operare in un contesto dinamico e in continua trasformazione, che rende necessario procedere attraversando costanti rotture e riparazioni, imprevisti e messe in discussione.
Nella costruzione di un progetto educativo, infine, non si deve sottovalutare la dimensione della progettualità, intesa come disposizione esistenziale dell'educatore. Attraverso la propria progettualità, la figura educativa è in grado di proiettarsi verso traiettorie possibili da poter realizzare, pensando, creando, intercettando le risorse e le potenzialità necessarie per il raggiungimento degli obiettivi prefissati e prevedendo gli impedimenti possibili. La progettualità, infatti, permette all'operatore di mantenere uno sguardo d'insieme sull'intervento educativo e sulle competenze in gioco e di rendersi conto, in tempo, della necessità di aggiustamenti eventuali in corsa. Progettazione e progettualità devono coesistere e andare di pari passo: all'educatore è richiesto non solo di ideare un progetto di intervento ma anche di interrogarsi costantemente sulle propria capacità, di saperle padroneggiare, di attribuire senso, intenzionalità e responsabilità alla propria azione professionale per poter tradurre le idee prodotte e formulate in pratiche educative concrete che siano efficaci, condivisibili e replicabili e che possano offrire risposte congrue a problemi umani e sociali emergenti.
Dott.ssa Veronica Baldini
Psicologa ed educatrice
Coordinatrice progetti su Torino