Con quale luce guardiamo i nostri figli? Quante volte ci è capitato di sentire per strada, a scuola o in casa, adulti che ammonivano un bambino con questa affermazione "fai il bravo!!" Quante volte questo comportamento è stato rivolto a noi quando ervamo bambini? Il tempo non sembra passato, in questo caso. Le parole sono le stesse, lo stesso il tono con cui vengono pronunciate. Probabilmente l'unica cosa che cambia è la reazione dei bambini che oggi, sempre di più, sembrano far finta di niente. Ma che cosa significa "fare il bravo"? Per un bambino non vuole dire nulla. Per un genitore forse significa "stai fermo...non ti muovere, non toccare, non ti sporcare non rispondere male, non gridare, non piangere" e soprattutto "non dare fastidio".
Ma che cosa vuole l'adulto dal bambino, ce lo siamo mai chiesti? C'è un grosso fraintendimento, sulle aspettative dei genitori e degli insegnanti nei confronti dei bambini, che cominciafin dalla nascita. Come il neonato modello è quello che dorme tutta la notte, che non piange mai, che fa pasti distanziati a ritmo di orologio, in una parola non disturba l'adulto e non interferisce più di tanto nei suoi programmi e nelle sue attività, così il bambino ideale è quello che dice sempre di sì, che fa sempre ciò che gli viene detto, che sta fermo il più possibile, che non sbaglia mai, che non esprime la sua rabbia, la sua tristezza ma sorride sempre: insomma un bambino congelato, finto, come un robot. Un bambino privo di desideri e di emozioni.
E' davvero questo che vogliamo dai figli? Che adulti cresciamo in queto modo? Persone libere e dotate di spirito critico o automi da catena di montaggio? Sono molti i modi in cui noi adulti neghiamo l'espressione dei sentimenti ai più piccoli: quando sono tristi, diciamo loro di essere allegri, che tutto va bene. Quando hanno paura, diciamo loro che non c'è nulla di chi aver paura. Agli adulti non piace sentire queste emozioni e così le nagano ai propri figli. Non capiscono che l'espressione del sentimento non è il male, bensi la cura del male. E' proprio così, giacchè le laccrime represse si cristalizzano ediventano dure come pietre, difficili poi da sciogliere o frantumare, mentre le lacrime espresse purificano e portano via i detriti proprio come acqua che scorre. "l'anima non potrà vedere alcun arcobaleno se prima gli occhi non hanno pianto".
Quei terribili capricci dei bambini piccoli che li portano a sbattere i piedi o a gettarsi per terra urlando disperati non sono altro che tentativi di buttare fuori la rabbia, di scaricarla roprio come fanno i fulmini con l'elettricità. Attraverso i piedi l'energia in accumulo esce e viene assorbita dalla terra che funge in questo caso da conduttore. La rabbia trattenuta invece si accumula nel corpo, e crea tensioni, specialmente a livello di denti e mani ed ecco allora comparire problemi come ascessi e carie dentali o fenomeni con il bruxismo cioè degrignamento dei denti o da adulti le artrici alle dita.
Eppure come scrive Maria Montessori, "'Se i bambini si mostrano malcontenti, agitati, si racconta loro che non mancano di nulla, che sono fortunati d'avere un padre e una madre, e si finisce con il dire 'bambini, siate felici; il bambino deve essere sempre lieto" ed ecco come il bamino viene soddisfatto nei suoi bisogni misteriori". L'equivoco sta tutto nel fatto di confondere il bambino reale con il bambino ideale, esistente soltanto nella mente e nella fantasia degli adulti, di associare l'immobilità alla disciplina, le risposte preconfenzionate e tutte uguali alla conoscenza, l'educazione all'accondiscendenza e la maschera dell'ipocrisia, del sorriso a denti stretti, alla "buona educazione".
Dott.ssa Natascia Romeni
Educatrice
specializzata nel metodo Montessori